VR, AR e Visori: il futuro è già qui (?)

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Giovanni Lucatello

In questo articolo si parla delle tecnologie AR e VR attualmente disponibili sul mercato, le loro funzionalità e quali risultati stanno ottenendo in termini di vendite.

Visori, realtà virtuale, realtà aumentata, Visione, multiverso, what if, mele che cadono, AR, realtà mista, VR… ed ecco che arriva pure Apple Vision Pro.

Tra sigle, terminologie più o meno comprensibili e Tim Cook, il panorama di tutti quei dispositivi e quelle tecnologie che permettono di entrare in nuovi mondi o di vedere quello reale sotto altri punti di vista è in continua (seppur lenta) evoluzione.

Ma quali sono le tecnologie attualmente disponibili sul mercato? Cosa permettono di fare e quali risultati stanno ottenendo in termini di vendite?

Prima di “vederlo”, as always…

Connetti ‘sti puntini!

AR e VR: cosa sono e differenze

Nonostante quella del visore presentato da Apple (e del quale parleremo successivamente) possa sembrare una rivoluzione ultrafuturistica, il mondo della realtà virtuale (in inglese Virtual Reality, VR) e della realtà aumentata (in inglese Augmented Reality, AR) è da diverso tempo in movimento. Ma cosa sono, e quali sono esattamente le differenze?

La realtà virtuale, come suggerisce il nome, catapulta l’utente in un ambiente completamente simulato, isolandolo per quanto possibile da quello reale; per farlo vengono utilizzati dispositivi, come visori o occhiali VR (come Meta Quest 3 e PlayStation VR 2, dei quali parleremo in seguito), che permettono di immergersi in un mondo digitale nel quale (anche in questo caso grazie a dispositivi quali pad e controller) possono interagire con gli elementi virtuali in modo realistico.

Piccola nota: questo “isolamento dalla realtà” raggiunge vette magnifiche; se vuoi farti due risate, FAIL ARMY è la risposta.

Le caratteristiche intrinseche della realtà virtuale la rendono l’ideale per essere impiegata in simulazioni realistiche, giochi ed esperienze di intrattenimento che offrono un livello di immersione totale… ma anche in campo medico (ad esempio nelle terapie da esposizione), industriale (nella progettazione di prodotti), ambiti B2C (come i tour virtuali di appartamenti non ancora “fisicamente” esistenti).

La realtà aumentata, invece, sovrappone elementi digitali al mondo reale, consentendo così all’utilizzatore di turno di vedere e interagire contemporaneamente sia con l’ambiente reale che con gli elementi virtuali sovrapposti.

I dispositivi principalmente utilizzati sono in questo caso smartphone e tablet (più limitato il caso di occhiali e visori, con Apple Vision Pro ultimo arrivato… ma ne parleremo dopo), che permettono agli utenti di visualizzare informazioni aggiuntive, oggetti virtuali o istruzioni sullo schermo e direttamente nel contesto del loro ambiente fisico.

L’augmented reality trova applicazione pratica in una vasta gamma di settori: oltre a quello dell’intrattenimento, sono noti esempi nella navigazione, nell’istruzione, nella medicina, nello shopping (strautile per vedere se un capo d’abbigliamento ci sta bene oppure no) e nel design.

Come è evidente, VR e AR sono due cose completamente diverse; mentre la virtual reality isola completamente l’utente, immergendoli in un ambiente virtuale separato da quello reale, l’augmented reality mantiene la connessione con il mondo reale, consentendo di vedere sia l’ambiente fisico che gli elementi digitali sovrapposti.

In più, la VR richiede visori o occhiali dedicati che bloccano totalmente la visione del mondo reale, mentre la AR può essere fruibile attraverso dispositivi più comuni come smartphone o tablet che permettono di vedere quello che si ha intorno.

Proprio per quest’ultimo motivo, nei prossimi paragrafi parleremo di un dispositivo per la realtà virtuale, il PlayStation VR 2, e due dispositivi per la realtà mista, il Meta Quest 3 e il recentissimo Apple Vision Pro.

Dai visori per gamer PlayStation VR 2 e Meta Quest 3…

PlayStation VR 2, secondo quanto riferito da Sony, “porta il gioco in realtà virtuale a un livello completamente nuovo, offrendo un maggiore livello di presenza e consentendo ai giocatori di catapultarsi all’interno dei mondi di gioco come mai prima d’ora”. 

L’idea alla base della nuova esperienza in realtà virtuale targata PlayStation è un’evoluzione del primo visore prodotto del colosso nipponico, uscito nel fu 2016; PS VR 2, sfruttando le innovazioni PS5, raggiunge infatti un’esperienza VR di nuova generazione: dall’elevata fedeltà visiva, alle nuove funzionalità sensoriali e un rilevamento ottimizzato, fino alla configurazione a cavo singolo (snella ed efficace).

Per tutte le info da nerd, clicca pure qui.

Meta Quest 3, come suggerisce il nome, è invece la terza versione del visore di Meta basato su piattaforma Snapdragon, più sottile del 40%, più comodo da indossare e con risoluzione e prestazioni più elevate; si tratta di un dispositivo che, secondo Meta, va oltre la realtà mista, comprendendo e rispondendo in modo intelligente agli oggetti presenti nello spazio reale e permettendo di navigarci in modo naturale e intuitivo. Per tutti i dettagli tecnici, ecco il link.

Anche in questo caso, tuttavia, le feature del visore sono quasi esclusivamente legate al mondo videoludico, social e fitness: una caratteristica che, nella visione di Apple, spianerà la strada al successo del loro Vision Pro.

… alle prime impressioni di Apple Vision Pro

Apple Vision Pro è il visore per la “realtà mista” (un mix di VR ed AR) realizzato dall’azienda di Cupertino il cui esordio, secondo il CEO di Apple Tim Cook, è paragonabile per importanza a quello di dispositivi storici come Macintosh, iPod e iPhone; con un costo di 3.499$, i preordini di Vision Pro sono andati tanto rapidamente da esaurire in poco tempo la disponibilità, raggiungendo (ipoteticamente, dato che Apple è sempre molto gelosa dei suoi dati di vendita, soprattutto quando disattendono le attese) le 160-180mila unità.

Prima di continuare, un appunto: eviterò di riportare tutte le caratteristiche tecniche del dispositivo, dato che vorrebbe dire allungare la lettura per niente. Però, una volta che il buon Andrea Galeazzi avrà fatto la sua recensione, la condividerò proprio qui di seguito. “D’accordo?” (cit.).

Ma dato che c’è curiosità, Intanto beccati ‘ste specifiche.

Nei giorni prima della messa in vendita, Vision Pro è stato recensito dai principali giornali, siti di tecnologia ed esperti tech statunitensi, che ne hanno da una parte lodato le caratteristiche tecnologiche, segnalando dall’altra una serie di difetti o funzionalità diverse rispetto a quanto mostrato nella presentazione dello scorso giugno. Opinioni praticamente condivise da tutti, con recensioni che mostrano gli stessi pro e contro del dispositivo di casa Apple; riassumendoli:

  1. ​​Pro:
  • Hardware e display eccellenti
  • L’esperienza di passthrough (vista attraverso lo schermo) per vedere il mondo reale è la migliore mai vista
  • Sistema di controllo con sguardo e mani “futuristico certamente” (semicit.)
  • Ottima integrazione e supporto all’ecosistema Apple, sia di app che di dispositivi (non l’avrei mai detto, ndr)
  • Ottima fusione tra AR e VR
  1. Contro (che praticamente sono i ma dei pro):
  • Prezzo eccessivo
  • Il video passthrough ha i soliti limiti: angolo di visione limitato, sfocatura durante il movimento, qualità inferiore con poca luce, ecc.
  • L’interazione basata su sguardo e mano ha importanti limitazioni
  • Pesante e con batteria esterna

I recensori hanno sicuramente dato spazio a caratteristiche tecniche, qualità del prodotto, potenziale utilità nella vita di tutti i giorni… ma sorge comunque una domanda: a livello di produttività, Apple Vision Pro fa davvero la differenza?

La risposta ci arriva da Kevin Roose, giornalista del The New York Times, che rispetto ad alcune delle funzionalità utili nel mondo del lavoro scrive, cito traducendo: “[…] Sono rimasto meno colpito quando si trattava di attività legate al lavoro”. Il giornalista, infatti, ha “[…] provato un po’ di navigazione web e digitazione di base e [ho] trovato l’esperienza deludente”, mentre “il gesto di pizzicare e trascinare che usi per scorrere su un Vision Pro è stato un problema rispetto all’utilizzo di un normale mouse o trackpad”, concludendo che “digitare sulla tastiera virtuale del Vision Pro era un pasticcio lento e goffo”.

E, a proposito di cose pasticciate, ecco come appaiono le “Personas” di Vision Pro.

Meta Quest 3 e Apple Vision Pro: quali sono le differenze?

A una prima lettura, vista e prova, Apple Vision Pro e Meta Quest 3 potrebbero sembrare molto simili (lasciamo stare PS VR2, pensato esclusivamente per la VR e per il mondo del gaming); tuttavia, a parte le evidenti differenze nel prezzo e in alcune peculiarità tecniche, i due visori si distinguono in base a caratteristiche ben specifiche.

Un primo aspetto riguarda i controlli e l’interazione dell’utente con il mondo esterno: mentre Meta Quest richiede l’utilizzo di controller, Vision Pro permette agli utenti di controllare il dispositivo puntando lo sguardo sugli oggetti e facendo gesti di pizzicamento con le dita (attualmente, sembrano comunque un po’ painful).

Anche il focus tecnologico è differente in quanto, pur essendo etichettato come visore in realtà mista, Apple Vision Pro si concentra molto di più sulla realtà aumentata; Meta Quest 3, invece, rimane prevalentemente ancorato alle funzionalità per la realtà virtuale.

Infine, cambia anche l’orientamento a livello di utilità e funzioni. Mentre, come abbiamo già visto, Meta Quest 3 è più orientato verso il gaming, le app fitness e le funzioni social virtuali (questi visori avrebbero dovuto essere il portale d’accesso al Metaverso), Apple promuove Vision Pro con attività e app a cui i consumatori sono già abituati (in buona parte legati all’ecosistema Apple): applicazioni Web, servizi di streaming come Apple+ e Dinsey+, sport, film e altro

Gli effetti di Vision Pro sulle vendite di Quest 3

Sempre rimanendo in tema confronto tra Apple Vision Pro e Meta Quest 3, parliamo ora di vendite. Nonostante tutte le novità introdotte e la retrocompatibilità con le app e i videogame delle versioni precedenti, le vendite di Quest 3 non stanno andando bene: secondo gli esperti, il calo della domanda produrrà nel 2024 una riduzione del 70-80% nelle spedizioni rispetto all’ultimo trimestre del 2023.

Un insuccesso che, secondo voci di corridoio, sarebbe dovuto proprio al Vision Pro di Apple e al fatto che (non nascondiamocelo) sia tecnicamente avanti rispetto a Quest di Meta di almeno 2-3 anni; eventuali conferme al riguardo, tuttavia, arriveranno soltanto nei prossimi mesi, quando il nuovo dispositivo sarà disponibile in tutto il mondo e le informazioni a disposizione saranno maggiori. 

Per ora possiamo comunque affidarci a MacRumors che, citando una fonte vicina ai numeri di vendita di Apple, riferisce che l’azienda ha venduto 200.000 unità Vision Pro da quando il dispositivo è diventato disponibile per il preordine il 19 gennaio.

I Simpson l’avevano previsto

Ebbene sì, i Simpson avevano previsto pure Apple Vision Pro: se vi interessa, puntata S28 – E2: Familiari e amici, la trovate su Disney+, Apple TV e altro.

Scherzi a parte, come già successo per i visori di PlayStation e Meta, anche il nuovo dispositivo Apple troverà con ogni probabilità applicazione in ambiti al di fuori di quelli domestici: dall’industria al design, dal marketing all’arte, fino alla medicina, l’utilità del Vision Pro si farà sicuramente sentire.

Dobbiamo solo aspettare con pazienza.