Smartworking: 3 cose che abbiamo capito al Larin Camp

Lorenzo Rossi

Lorenzo Rossi

Ecco cosa abbiamo capito sullo smartworking in tre giorni di meeting aziendale immersi nelle colline toscane

Lavoro da remoto, smartworking, lavoro agile: l’emergenza del Coronavirus ha imposto al mondo intero nuovi termini che, diciamocelo, si confondono tra di loro e non permettono di avere una visione chiara sulla vera dimensione del fenomeno in corso. 

Larin era già una fully remote company quando la stragrande maggioranza delle aziende non si era ancora tuffata in questo nuovo modo di vivere il lavoro. Per questo, abbiamo deciso di afferrare il concetto di meeting aziendale classico e stravolgerlo: così è nato il nostro Larin Camp

Ecco cosa abbiamo capito.

Cosa significa davvero fare smartworking? É tutta questione di relazioni

Lavorare da casa (o da dove vuoi tu) lascia a dipendenti e collaboratori una libertà di manovra senza precedenti. Io, per esempio, questa mattina mi sono svegliato, ho fatto il caffè, ho letto le mail, poi doccia e nel giro di una ventina di minuti totali ho raggiunto il mio “ufficio” per una call con un cliente distante 300 chilometri da casa

Fantastico, certo, ma non è (solo) questo il punto

Larin ha intrapreso il percorso per diventare una fully remote company nel 2016: è chiaro che questa scelta non è stata condizionata dall’intervento del Coronavirus, ma piuttosto dalla nostra stessa indole. Siamo un’agenzia di marketing e anticipare i tempi e i trend deve far parte del nostro DNA. 

Arrivare prima, essere pionieri, significa anche affrontare in anticipo le sfide che un cambiamento epocale impone, e di questo siamo ben consapevoli. Lo smartworking è una manna dal cielo per un’agenzia di marketing, ma come sempre, quando di parla di “intervento divino” ci sono dei sacrifici da compiere. 

Cosa sacrifica una fully remote company sull’altare del dio “da remoto”?

Scontato, ma solo apparentemente: un sacco di relazioni

Ecco perché tenevamo così tanto al nostro Larin Camp. Questo primo meeting aziendale da azienda fully remote è stato un esperimento unico: non a caso, dopo 10 anni dalla creazione di Larin, era il momento di trovarsi e pensare al futuro, tutti insieme.

I 3 punti chiave per un’azienda che fa smartworking

Non starò qui a parlarti di fiorentine, vino rosso e della piscina vista vigneto che ha rinfrescato la nostra permanenza in un bellissimo fine settimana in Toscana: potrei farlo, ma non vorrei che mi odiassi. 

Vorrei parlarti piuttosto di cosa questo meeting sperimentale ha donato a tutti noi e darti degli spunti utili per crescere in un mondo in evoluzione. 

Insomma, andiamo dritti al (primo) punto:

1 – L’azienda deve ascoltare, tutti dobbiamo ascoltarci

Quale modo migliore quindi per rompere il ghiaccio del Day 1 del Larin Camp che organizzare una serie di presentazioni a tema libero?Ecco perché abbiamo pensato ai TEDx: un one-man-show di 8 minuti che aveva il semplice obiettivo di tornare ad ascoltare gli altri, sentire la loro visione del mondo o il loro punto di vista su una particolare tematica. 

Il TEDxLarin è stato una bomba. Gli interventi hanno spaziato dal funzionamento di un alveare a nuovi modi di rappresentare uno spartito musicale, passando per la Haka dei Maori senza dimenticare che, una famiglia, può essere anche ispirazione per essere degli CEO migliori. Ci siamo aperti agli altri parlando delle nostre passioni, le quali difficilmente riescono ad emergere sul luogo di lavoro: infatti, per noi quello del “phygital” è da sempre un topic importantissimo. 

Se non sai cos’è, te lo spiego subito: è un termine formato dalle parole “physic” + “digital” e sta ad indicare il fenomeno di fusione fra l’universo digitale e, appunto, quello fisico, per offrire esperienze senza precedenti. Ci crediamo fortemente perché è un tema che ti consente di non dare mai per scontato colleghi e clienti. Per mantenerle vivide e fruttuose, le relazioni vanno coltivate a partire dal ridare attenzione a qualcosa che molto spesso tralasciamo, ossia l’ascolto.

2 – L’azienda deve guardare avanti e lontano

Uno sguardo proiettato al futuro è sinonimo di intraprendenza e voglia di migliorarsi. 

Sì, certo, ma non è affatto facile. 

Non è facile perché l’azienda deve funzionare come un corpo unico che si muove in una direzione ben precisa: in avanti. Ma per farlo c’è bisogno di fissare degli obiettivi a lungo termine, perché si corre su un percorso a ostacoli e quello che stiamo per affrontare è già il passato!

Per comprendere a fondo le nostre prospettive, nel Larin Camp abbiamo dedicato spazio ad immaginare quello che verrà. La domanda era: come sarà il mondo tra 10 anni? Ci siamo sbizzarriti: l’intero team, diviso in gruppi, ha spremuto le meningi per cercare di individuare quali cambiamenti subiranno società, tecnologia e stili di vita nel prossimo decennio. 

Qualche spunto? 

  • Telelavoro esteso alla quasi totalità delle aziende (eh sì, ci piace veramente)
  • Burocrazia completamente digitalizzata (un sogno!)
  • Ecologia e tematiche green saranno i trend di punta per qualsiasi azienda

Questo potrebbe sembrare un gioco (e in parte lo è stato), ma noi abbiamo fatto un passo in più: ci siamo chiesti come Larin potrà entrare a gamba tesa in questo futuro. Molti spunti sono informazioni riservate, non possiamo rivelarle ai competitors… 

Il punto è un’altro: il Larin Camp è servito per comprendere fino in fondo le nostre aspirazioni personali, il nostro desiderio di crescita e per settare, concluso un ciclo, gli obiettivi di quello successivo: oggi più che mai chi si ferma è perduto!

3 – L’azienda deve creare relazioni e portarci ad essere empatici

Intessere legami in un’azienda fully remote è una sfida che può essere vinta solamente creando momenti di ascolto che non ci facciano dare per scontate le relazioni. Lo smartworking non è un ostacolo a questo: funziona esattamente al contrario. Il lavoro in un’azienda ordinaria costringe i dipendenti ad una convivenza spesso forzata che rischia di esasperare certe dinamiche interne e, conseguenza ancor peggiore della causa, porta a dimenticarci che chi ci sta a fianco è pur sempre un essere umano. 

Il “gioco” del Delegation Poker ci ha permesso di scavare in questo tema spinoso. A ciascun membro del team è stato chiesto di raccontare un momento in cui si è trovato in difficoltà perché non sapeva a chi rivolgersi per risolvere un determinato problema. Inutile nascondersi dietro un dito: è normale che si inciampi, è normale sbagliare e anzi, è pure giusto farlo.

Questa attività serviva proprio a far sì che certi loop decisionali emergessero con chiarezza e ci lasciassero capire le difficoltà che ciascuno di noi può affrontare nello svolgere il suo lavoro. Empatizzare con l’altro non solo è il modo migliore per vivere lo smartworking appieno, ma è fondamentale per metterci nei panni dei clienti, l’altra grande risorsa di ogni azienda.

Cosa significa essere una fully remote marketing company

Non abbiamo dubbi: lo smart working rappresenta il futuro e oggi si stanno gettando le basi per il vero cambiamento. 

Il Larin Camp è stato un momento di altissimo coinvolgimento, di ascolto, di relazione e ci ha confermato ciò che in fondo sapevamo già: che per fare bene qualcosa il primo passo è riconoscere obiettivi comuni, delineare una vision coerente e una strategia che guarda lontano, sempre avanti. 

D’altronde, questi concetti rappresentano ciò in cui crediamo e ciò che cerchiamo di trasmettere ai nostri clienti in ogni progetto: il marketing è una scienza e in quanto tale può essere studiata attraverso un metodo sperimentale.

Ecco: noi continueremo a sperimentare sempre nuovi modi per farlo bene, per farlo meglio

Al prossimo Larin Camp!